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Magdi Allam e il multiculturalismo. Un’analisi

Ieri abbiamo discusso di alcune fallacie logiche presenti in un articolo di critica a Magdi Allam apparso il 26 luglio su Byoblu.com, il blog di Claudio Messora. Oggi faremo un passo indietro e cercheremo di capire se anche nell’articolo “incriminato” a firma di Allam si possono trovare delle fallacie, ed eventualmente dire quali.

Il pezzo di cui ci accingiamo a parlare è comparso sul «Giornale» domenica scorsa, ed è intitolato La strage in Norvegia. Il razzismo è l’altra faccia del multiculturalismo.

Leggiamone, anzitutto, l’occhiello, che riassume e anticipa la tesi di Allam:

Dietro all’estremismo dei neonazi o alla jihad la stessa volontà di prevaricazione. Se si vuole fermare l’odio l’Europa deve mettere fine alla politica delle porte aperte

Conciso e abbastanza chiaro. Vediamo come Magdi Cristiano Allam giunge a questa conclusione. Dopo un’apertura in cui il giornalista fa una condanna «netta e totale della doppia strage che ha massacrato oltre 90 norvegesi» e in cui afferma che non ci può essere «nessuna giustificazione e nessuna attenuante per il terrorismo di qualsivoglia risma che viola la sacralità della vita di tutti» egli scrive:

La verità è che sia il terrorismo islamico sia quello neonazista, si fondano sulla supremazia della razza o della religione, nel caso di Anders Behrin Breivik indicata co­me «cristiana», si equivalgono nel­la loro divisione faziosa dell’uma­nità dove loro, detentori di una veri­tà assoluta che deve essere impo­sta con la forza, condividono sia il principio che chi non la pensa co­me loro non ha diritto di esistere sia la pratica della violenza per la re­alizzazione dei loro obiettivi.

Fatta questa premessa, Allam introduce la sua tesi, scrivendo:

Quanto alla causa di fondo di questi barbari attentati, essa risiede nell’ideologia del razzismo che, nel caso specifico dell’Occidente che si ispira alla fede cristiana, è l’altra faccia della medaglia del multiculturalismo.

Perché? La penna del «Giornale» argomenta nel modo che segue:

Razzismo e multicul­turalismo commettono l’errore di sovrapporre la dimensione della religione o delle idee con la dimen­sione della persona. L’ideologia del razzismo si fonda sulla tesi che dalla condanna della religione o delle idee altrui si debba procede­re alla condanna di tutti coloro che a vario titolo fanno riferimento a quella religione o a quelle idee. Vi­ceversa l’ideologia del multicultu­ralismo è la trasposizi­one in ambi­to sociale del relativismo che si fon­da sulla tesi che per amare il prossi­mo si debba sposare la sua religio­ne o le sue idee, mettendo sullo stesso piano tutte le religioni, cultu­re, valori, immaginando che la civile convivenza possa realizzarsi sen­za un comune collante valoriale e identitario.

Nei passi sottolineati si commette un errore di definizione: viene fatta una descrizione di un fenomeno (il multiculturalismo) che non collima col fenomeno in sé. Infatti, non è per nulla detto che mettere «sullo stesso piano tutte le religioni» equivalga a «sposare» queste religioni, né è possibile dare per scontato che il multiculturalismo immagini di poter realizzare una convivenza civile «senza un comune collante valoriale e identitario», ciò che invece nell’articolo di Magdi Allam si presuppone.

Nel presupposto per cui multiculturalismo-uguale-sposalizio possiamo notare un ampliamento non dimostrato né argomentato del concetto di multiculturalismo, mentre in quello per cui multiculturalismo-uguale-assenza-di-un-comune-collante-valoriale possiamo notare, per converso, un restringimento non dimostrato né argomentato dello stesso concetto.

Il resto dell’articolo si muove lungo il medesimo asse. Ne risulta un impianto argomentativo complessivamente già molto debole. Il parallelo razzismo-multiculturalismo continua:

Il razzismo che esplode nel con­testo d­el multiculturalismo proce­de in senso letteralmente opposto, emergendo come una brutale e ir­razionale reazione, assolutamen­te ingiustificabile e inaccettabile, da parte di chi arriva a legittimare il massacro di chi è considerato re­sponsabile della perdita della no­stra civiltà. Noi condanniamo totalmente, non riconosciamo alcuna giustif­i­cazione e non concediamo alcuna attenuante a qualsiasi forma di ter­rorismo, compreso il terrorismo neonazista.

Al tempo stesso am­moniamo che il multiculturalismo è il terreno di coltura di un’ideolo­gia razzista­ che fa proseliti tra quan­ti hanno la sensazione di non risie­dere più a casa loro, che presto si ri­durranno a essere minoranza e for­se a esserne allontanati. Ecco perché multiculturalismo e razzismo sono di fatto due facce della stessa medaglia. La mia conclusione? Se vogliamo sconfiggere questo razzi­smo d­obbiamo porre fine al multi­culturalismo.

Dal punto di vista prettamente logico, la conclusione di Magdi Allam è alquanto interessante. Proviamo a tradurla in un’altra forma lasciandone invariato il contenuto. Dire che se si vuole sconfiggere il razzismo si deve rinunciare al multiculturalismo equivale a dire che o si eliminano entrambi o tocca tenerseli entrambi.

Tertium non datur? Ad un occhio vigile non sarà a questo punto sfuggita la fallacia del falso dilemma, così definita perché restringe il campo delle soluzioni a due sole possibilità, generando un aut aut che non tiene minimamente conto di tutte le opzioni intermedie.

La tesi di Magdi Cristiano Allam è così smontata. Senza il bisogno di ricorrere ad attacchi personali.

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  1. 1 agosto 2011 alle 14:29

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