Lettera aperta a Magdi Allam

Per presa visione al direttore del «Giornale», Alessandro Sallusti.

Egregio sig. Magdi Cristiano Allam,

mi chiamo Luciano Izzo, sono un giornalista e le inoltro questa lettera aperta perché pubblicamente vorrei chiederle alcune delucidazioni in merito a quanto apparso a sua firma sulle colonne del «Giornale» lo scorso 26 luglio e nella giornata di oggi, lunedì primo agosto.

Ho avuto modo di constatare come nell’articolo intitolato La strage in Norvegia. Il razzismo è l’altra faccia del multiculturalismo fossero presenti diversi “buchi” nelle argomentazioni fornite, il che ha reso di fatto impossibile condividere o non condividere il suo pensiero se non prendendo una posizione a priori.

I buchi più evidenti sono rappresentati da una definizione ambigua del concetto di multiculturalismo, a un tempo o troppo ampia o troppo ristretta, nonché da quella che nelle teorie dell’argomentazione è chiamata fallacia del falso dilemma, in cui lei a mio avviso incappa nel momento in cui dice che «se vogliamo sconfiggere questo razzi­smo dobbiamo porre fine al multi­culturalismo», lasciando intendere che non esisterebbe una terza via, lungo la quale si avrebbe un multiculturalismo ripulito dall’effetto collaterale del razzismo.

Nell’articolo di stamattina, lei ha chiarito la distinzione fra multiculturalismo e multiculturalità, colmando il vuoto argomentativo derivato dall’ambiguità di definizione cui ho brevemente già accennato. Resta però il fatto che anche dal suo secondo articolo non emerge in alcun modo un’argomentazione sul perché, a suo giudizio, multiculturalismo e razzismo andrebbero a braccetto, non lasciando quindi spazio ad una terza possibilità, intermedia.

Le segnalo, per chiarezza, un mio pezzo in cui propongo un’analisi del suo articolo del 26 luglio. Si intitola Magdi Allam e il multiculturalismo. Un’analisi.

A questo punto, non mi resta che farle i miei più cordiali saluti, in attesa di un suo intervento chiarificatore.

Luciano Izzo

da Ancona