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Estratti dal glossario delle fallacie

Riportiamo di seguito un breve glossario delle fallacie discusse nel testo. Si tratta di errori di forma logica, argomenti invalidi perché le premesse non adducono ragioni sufficienti a sostegno della conclusione, mancanze dovute all’omissione di dati rilevanti e infine errori dovuti all’intrusione di dati non pertinenti alla discussione. La valutazione di un argomento come buono o fallace dipende dal contesto in cui compare e da un’analisi dei termini e del linguaggio utilizzato, ma anche e soprattutto dalla sufficienza e dalla rilevanza delle ragioni addotte nelle premesse a sostegno della conclusione. […]

accidente. le premesse diventano ragioni insufficienti per la conclusione quando si considerano le qualità accidentali di un oggetto o di un fatto come se fossero qualità essenziali. […]

ad antiquitatem. errore dovuto a un’insufficienza delle premesse come ragioni per la conclusione; si ritiene che ciò che suggerisce la tradizione sia sempre valido, indipendentemente dal contesto o dal cambiamento di circostante. […]

ad hominem. si tratta di una strategia confutativa che mira ad attaccare l’avversario anziché portare ragioni contro la sua tesi. Si può a sua volta distinguere in tre forme, di diversa gravità. Nell’ad hominem diretto si attacca la persona in base all’aspetto fisico o al carattere morale, ma anche alle sue abitudini o frequentazioni. Nell’ad hominem indiretto si attaccano principalmente i moventi di una persona, le ragioni personali per le quali difende una certa tesi. Nel tu quoque infine si cerca di mostrare che sussiste una contraddizione tra ciò che una persona dice e ciò che una persona fa, cioè si muove un attacco a una presunta incoerenza teorica o fattuale dell’interlocutore. […]

ad metum. è un caso particolare di argomento che fa appello ad emozioni invece che a ragioni. Si basa sulla strategia di esporre rischi ed eventuali conseguenze della tesi che incutono timore e spavento per il futuro. […]

ad populum. si argomenta a sostegno o contro una tesi facendo appello al fatto che la maggioranza è favorevole o contraria. Come se il fatto che la maggioranza sia d’accordo possa essere un motivo sufficiente per riconoscere la verità di una tesi. […]

ad verecundiam. è un errore basato sulla forza della convenzione sociale. Si argomenta che la tesi è autorevolmente riconosciuta come vera, e dunque negarla equivarrebbe a una mancanza di «rispetto». […]

autorità. le ragioni di un argomento sono deboli se si fa appello all’autorevolezza di una fonte o di un esperto (ipse dixit) non affidabili. […]

avvelenamento del pozzo. simile alla fallacia ad hominem, se ne differenzia per la pervasività dell’attacco, che permette di screditare contemporaneamente tutto ciò che la persona ha detto, dice e dirà in futuro, e per la diversa funzione dialettica, poiché non interviene all’interno di una discussione argomentativa specifica, ma viene messa in campo preventivamente per evitare obiezioni e critiche a cui non si intende rispondere, vale a dire, per evitare di entrare in discussione con l’interlocutore. […]

«bias» di attribuzione causale. con il termine bias si intende un errore di ragionamento psicologico, una tendenza insita nella nostra mente a ragionare in modo sbagliato. Il più comune bias di attribuzione causale è noto come errore fondamentale: gli individui tendono a fare attribuzioni esterne (fattori eccezionali al di fuori del raggio di azione del soggetto) anziché interne, vale a dire tendono ad accentuare l’importanza di fattori situazionali non controllabili minimizzando le proprie responsabilità (self-serving biases). L’errore fondamentale è spesso basato sul meccanismo psicologico noto come euristica della disponibilità: si tende a valutare un evento come più probabile quando si possono rievocare con facilità molti ricordi di eventi simili. […]

brutta china o pendio inclinato. le ragioni per confutare una tesi sono basate sulla previsione di un evento negativo che potrebbe verificarsi come ultimo anello di una catena causale di eventi innescati dalla tesi. Il ragionamento è fallace se gli eventi in questione non sono derivabili l’uno dall’altro e dalla tesi stessa. In particolare, se l’evento negativo è scelto in modo da incutere timore nell’interlocutore, la fallacia assume anche la caratteristica di un errore ad metum. […]

composizione e/o divisione. è un caso di fallacia di definizione, basato sull’attribuzione al tutto di proprietà delle parti o alle parti delle proprietà del tutto in casi in cui il tutto è diverso dalla somma delle parti. […]

diversione spiritosa. è un errore basato sulla introduzione nella discussione di dati non pertinenti, che possono essere utili a scatenare il riso, ma che servono soprattutto a nascondere la mancanza di una buona ragione a favore della propria tesi o di una buona obiezione alla tesi dell’interlocutore. L’errore consiste nel ricorrere a motti di spirito compiendo una mossa diversiva per distrarre dal tema centrale della discussione. Certamente non è fallace l’ironia in sé, ma l’uso che se ne fa in taluni contesti, spesso in associazione con fallacie ad hominem. […]

domande complesse. si tratta di un errore tipico del discorso giuridico. Si rivolge all’interlocutore (generalmente il teste) una domanda che è composta da più domande, e così facendo si introduce surrettiziamente una presupposizione controversa che viene ammessa inconsapevolmente. L’errore consiste nel costringere l’interlocutore a concedere una premessa di cui non è affatto convinto, e dunque a far passare come una ragione accettata a sostegno della conclusione una tesi che andrebbe invece discussa separatamente. […]

due pesi e due misure. è un argomento che introduce surrettiziamente un’eccezione alla regola normalmente applicata, introducendo una diseguaglianza ingiustificata tra due casi simili. […]

fallacia ma-anchista. è un argomento che si basa sull’affermazione di due premesse contraddittorie «A ma anche non A» per ottenere il consenso di due interlocutori che hanno interessi contrastanti. […]

falso dilemma. l’argomento sembra valido in base alla forma (aut aut), mentre non è cogente perché il problema è formulato in termini dicotomici restringendo la scelta a due sole alternative e trascurando tutte le altre possibilità.

generalizzazione indebita. le ragioni a sostegno della tesi sono deboli quando questa è il risultato di una generalizzazione condotta a partire da un campione non rappresentativo, costituito cioè da un solo esempio o da un numero insufficiente di esempi significativi. […]

ignoratio elenchi. si trascura di fornire la prova richiesta discutendo o dimostrando qualcos’altro o demolendo un argomento fantoccio, che è fabbricato ad hoc e messo in bocca all’avversario. […]

inversione dell’onere della prova. anziché portare ragioni a favore della propria tesi, si pretende che sia compito del nostro interlocutore confutare la tesi. Questo modo di ragionare è fallace in alcuni contesti, ma non in tutti. Non lo è per esempio nel discorso giuridico, in cui tocca all’accusa portare ragioni contro l’imputato, che è considerato innocente fino a prova contraria. Nelle discussioni a più voci l’onere della prova può ricadere su entrambi gli interlocutori, ma in un saggio o in un articolo di giornale l’onere della prova ricade generalmente soltanto sull’autore, visto che manca un vero e proprio dialogo. […]

non causa pro causa. l’errore consiste nell’interpretare un fatto A come causa di un altro fatto B, anche se non sussiste nessuna relazione causale tra i due fatti. Per esempio tra di essi potrebbe sussistere soltanto una relazione temporale (l’uno precede semplicemente l’altro: post hoc propter hoc) o spaziale (due fatti si verificano nello stesso luogo). Oppure la relazione causale potrebbe riguardare una molteplicità di fattori e non solo i due presi in esame (causa complessa), o ancora l’effetto potrebbe essere scambiato per la causa (inversione causale). […]

occhio per occhio. si tratta di un errore tipico di chi non ha ragioni sufficienti per obiettare a una tesi e allora si limita a rispondere a una mossa «fallace» con una mossa uguale e contraria (dunque generalmente altrettanto «fallace»). […]

petitio principii. si tratta di un tipo di ragionamento logicamente valido, ma argomentativamente inutile o addirittura dannoso, perché argomenta a favore di una tesi che è equivalente alle premesse, e dunque assume già come premessa ciò che invece dovrebbe dimostrare. […]

teoria del complotto. attribuisce, in assenza di prove, la causa ultima di un evento o di una catena di eventi a un piano segreto ordito da poteri occulti, dunque in termini psicologici a un’intenzione malvagia o segreta (la segretezza serve a spiegare perché le prove non sono evidenti). […]

[da “E qui casca l’asino – Errori di ragionamento nel dibattito pubblico” di Paola Cantù, ed. Bollati Boringhieri, 2011]

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